Concluso con successo il nostro programma, io sono ritornato in Italia mentre Fratel Matteo è volato in un altro stato indiano: L’Andhra Pradesh.

Ora ci ritroviamo per discutere della nostra esperienza e, come sempre, per realizzare nuovi progetti di sostegno ai poveri.

Infatti, come al solito, Fratel Matteo è ritornato a casa con nuove idee per sostenere il futuro di chi vive nella speranza di un nuova luce.

Questa volta, la parola magica è un numero, il cinquanta.

Cinquanta macchine da cucire per cinquanta ragazze dell’Andhra Pradesh

Logicamente la notizia mi incuriosisce:

perché cinquanta ? >

chi sono queste ragazze ? >

in cosa consiste il progetto ? >

Detto fatto, la mente vulcanica di Fratel Matteo, mi espone il programma.

In quella popolosa zona ci sono tante ragazze che, a causa del cattivo insegnamento delle scuole statali e soprattutto a causa della loro precaria condizione economica e familiare, non riescono a concludere i loro studi primari, e purtroppo, vengono sistematicamente bocciate nella loro istruzione. Logicamente tale conclusione preclude qualsiasi strada ad un loro futuro.

Senza istruzione le porte per un lavoro rimangono definitivamente chiuse e con loro la speranza di una vita un po’ migliore di quella attuale.

Cosa fare?

Fortunatamente, quello che l’uomo non vede, il buon Dio invece provvede.

Così, una congregazione di suore, ha voluto creare un sostegno per queste povere ragazze. Attraverso un corso di pochi mesi, a queste ragazze, viene insegnato un piccolo mestiere. Creare vestiti e altre piccole cose pratiche per poter avere un posto nella caotica società indiana.

In poco tempo a queste ragazze viene data la possibilità di poter avere un lavoro e quindi un proprio sostegno economico.

Sembra incredibile tutto ciò in un mondo che si definisce all’avanguardia e proiettato alla conquista di mondi lontani.

Ma, come sempre, la realtà è ben diversa se vissuta di persona e non attraverso il corrotto mondo mediatico odierno.

Ritorniamo quindi alle ragazze e a questo progetto.

Il problema per queste ex studentesse inizia praticamente a corso concluso.

Ora hanno in mano un mestiere ma manca l’attrezzo di lavoro.

La macchina da cucire.

Ritornate alle loro umili e povere case, come potranno iniziare un loro personale lavoro senza avere il mezzo necessario ?

Ecco quindi il progetto: poter donare a loro, una semplice macchina da cucire. Una di quelle macchine a pedali.

Perché a pedali e non elettrica ? Semplice, a pedali si avrà la garanzia di un lavoro continuo anche quando l’erogazione dell’energia elettrica verrà a meno. Il che vuol dire quotidianamente.

Così il loro lavoro non verrà mai interrotto, sia nella stagione dei monsoni, sia nella stagione del super caldo.

Spiegato il progetto ora non resta che spiegare il numero cinquanta.

Cinquanta macchine perché cinquanta sono le ragazze che il prossimo maggio concluderanno il corso per un lavoro.

Logicamente queste ragazze non potranno mai permettersi il costo di una macchina da cucire, la loro situazione familiare non lo concede. Troppi soldi.

Cosa fare ?

Semplice, regalare loro un sogno, regalare loro un lavoro e un futuro.

Avere la macchina da cucire vuol dire trovare un lavoro, poter fare famiglia e avere la possibilità di mandare a scuola i loro futuri bambini.

Da non credere quale sia il valore di un piccolo gesto come donare una piccola macchina da cucire a pedali.

Di fronte a tale richiesta Fratel Matteo poteva chiudere la propria porta ?

No, la sua risposta è stato un immediato si. Impossibile negare un futuro a chi non ha ne la forza ne i mezzi per poterlo realizzare.

Così anch’io, quando mi sono trovato di fronte a questo progetto non ho potuto rinunciare a un simile sostegno.

L’idea di donare speranza e futuro a quelle ragazze mi ha immediatamente coinvolto. E come sempre, sono dell’idea che…è più bello dare che ricevere.

Già l’idea di poter essere presente anch’io a fine maggio in Andrha Pradesh per incontrare e donare a quelle ragazze e poter vedere la loro gioia di fronte a tale regalo, comincia a navigare nella mia mente.

Ci sarò ?

Giuseppe Dei Rossi

Collaboratore instancabile delle adozioni a distanza